![]() Bel traguardo quello raggiunto dal Florence Wine Event, manifestazione ideata ed organizzata da Riccardo Chiarini, presidente di Promowine, associazione di promozione della cultura eno-gastronomica attraverso l’organizzazione di eventi, incontri, degustazioni e comunicazione via web. Per questa dodicesima edizione svoltasi durante il weekend del 18 e 19 novembre 2017 nei locali del Vecchio Conventino c’è stato un ritorno ai luoghi di origine in Oltrarno, visto che le location dei primi anni furono Piazza e Palazzo Pitti con piazze attigue. Ormai classico il taglio popolare ed immediato della manifestazione durante la quale, oltre a potersi relazione direttamente con i produttori e non con i Sommelier addetti al semplice servizio, è anche possibile acquistare i prodotti in degustazione. Tante però le novità in cartellone, ad esempio oltre il 50% di nuove aziende partecipanti, tra cui molte a conduzione biologica e/o biodinamica da sempre al centro dell’attenzione degli organizzatori, vini e golosità pugliesi grazie ad una partnership con il Due Mari WineFest (evento che si svolge a Taranto) ed anche la possibilità di partecipare gratuitamente a ben tre degustazioni una più interessante dell’altra (difatti andate esaurite) guidate dall’istrionico Leonardo Romanelli, “I Syrah di Cortona”, “I Trebbiani, vini bianchi di una volta” e “I Cabernet Franc toscani”, a cui ho partecipato con enorme piacere data la mia passione per il suddetto vitigno. ![]() Tra i banchi netta la predominanza di aziende toscane, ma gli oltre mille winelovers partecipanti hanno potuto scegliere, tra l’offerta enologica di oltre 60 cantine per circa 300 bottiglie, anche tipologie di vini piemontesi, liguri, friulani, marchigiani e campani oltre ai pugliesi già citati. Il mio primo assaggio e prima grande sorpresa è stato il Marcello Colfondo 2014 dell’azienda biodinamica Voltumna (divinità etrusca del cambiamento di stagione) nel cuore del Mugello, pochi ettari di vigneti a 300mt di altitudine sull’Appennino Toscano, già ben conosciuta per le sue ottime espressioni di Pinot Nero in un territorio per così dire “alternativo”. Vino nato praticamente per caso, Marcello deve il suo nome alle uve di Sangiovese che, data l’annata 2014 fredda e piovosa, non erano riuscite a maturare, molte anzi erano quasi “marce”, così ai proprietari è venuta l’idea di vinificarle in bianco con una base acida di Pinot nero, facendo ripartire a primavera una fermentazione “ancestrale” in bottiglia con del mosto scongelato, senza successiva sboccatura né filtrazione: il risultato è stato un vino frizzante dai toni rosati che varia nell’aspetto visivo da inizialmente limpido, dovuto alla verticalità della bottiglia, ad una sempre maggior torbidezza man mano che viene versato nei bicchieri, ma la cosa più sorprendete è la continua variazione anche olfattiva e gustativa, passando da iniziali note di piccoli frutti di bosco a sentori di bergamotto e rimandi quasi animali, associazioni del tutto inusuali per le bollicine, comunque delicate e richiamanti un seguito di bevuta. Dopo questo primo vino ho assaggiato anche i restanti 5 della produzione aziendale ritrovando una lineare qualità, Pinot Grigio 2015 (vitigno introvabile in Toscana), Zeno 2015 (Sangiovese 85% e Pinot nero 15% con tempi di maturazione e fermentazione differenti e distinte, poi assemblaggio e maturazione per 2 anni in acciaio), Riserva Q 2012, Silene 2013 (Pinot nero in purezza proveniente dalla vigna più elevata) e Pinot Nero 2013 (vino più importante di grande eleganza e potenza). Altre due aziende dei cui vini avevo un buon ricordo in altre edizioni sono Cerreto Libri e Fattoria Lavacchio, entrambe con sede a Pontassieve nel territorio del Chianti Rufina: la prima, in regime biodinamico con vigne di oltre 40 anni, appena uscita dal Consorzio imbottiglia l’annata 2011, ottima espressione del proprio miglior Sangiovese, come Liber IGT (ex Chianti Rufina DOCG), ma anche il Canestrino 2014 (Trebbiano 90% e Malvasia 10%) ed il Padronale 2009 (Sangiovese 90% Canaiolo 5% Colorino 5%) meritano di essere menzionati; la seconda, a conduzione biologica, dopo due interessanti proposte di vini senza solfiti aggiunti tramite utilizzo di una speciale tecnologia in cantina, il Puro ed il Puro Riserva Chianti DOCG 100% Sangiovese, ottiene il mio riconoscimento di assaggio top della manifestazione (bissato e fors’anche triplicato..) con il suo Ludié, Sangiovese proveniente dal vigneto “La Vecchia in salita” impiantato nel 1963 e dedicato alla futura generazione familiare (LUna e DIEgo). Già dalla bottiglia satinata in nero si intuisce di trovarsi di fronte un vino importante, dal colore vivo e brillante, avvolgente al naso coni suoi profumi fruttati maturi e speziati, note balsamiche e sentori di cioccolato e tabacco, dalla grande freschezza in bocca con un ottimo amalgama tra tannini ed alcool, dalla beva piena e potente, ben strutturato e dalla lunga persistenza. “Amico e vino vogliono esser vecchi” - Proverbio popolare toscano
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![]() E 8! Tante sono le edizioni dell’evento organizzato dalla FISAR di Livorno, ormai dal 2014 stabilmente presso gli ampi locali del Terminal Crociere al Porto Mediceo: l’ampia offerta enologica, ben 69 banchi d’assaggio con oltre 300 vini, più una quindicina di aziende ospiti in rappresentanza della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), era inoltre completata da svariati show cooking, laboratori per bambini ed un reparto di gastronomia dove era possibile assaggiare ed acquistare di tutto, salumi, formaggi, confetture di frutta e miele, birre, prodotti da forno e pasticceria, olio e ancora altro. In vetrina la migliore produzione enologica della Provincia livornese e della Costa degli Etruschi, che il pubblico di appassionati, ben oltre 10.000 nelle due giornate di sabato 18 e domenica 19 novembre scorsi, ha particolarmente apprezzato, visto l’aumento del 30% delle presenze rispetto all’ultima edizione: vastissima dunque la scelta delle bottiglie, ad iniziare da etichette ormai conosciute in tutto il mondo come la DOC Bolgheri, DOC Bolgheri Superiore e DOC Bolgheri Sassicaia, prodotta dalla sola azienda Tenuta San Guido che possiede tutti i vigneti all’interno dell’area delimitata, proseguendo con vini della Val di Cornia e dell’Isola d’Elba e di Capraia, e poi ancora di territori meno rinomati ma non meno interessanti come Riparbella, Terratico di Bibbona, Montescudaio. Dato che l’anno scorso avevo privilegiato l’assaggio dei vini rossi, quest’anno sono andato più alla scoperta dei bianchi e devo ammettere che ne ho trovati moltissimi più che validi. Tra quelli prodotti solo con uve Vermentino mi ha davvero sorpreso per freschezza e gustosità di beva il 2016 dell’azienda sarda Olianas, in cui si sente la mano di Stefano Casadei, capofila in Italia per quanto riguarda la vinificazione in anfora (off topic, particolarissimo il suo Le Anfore Sangiovese del Castello del Trebbio-Rufina, 30 giorni di macerazione sulle bucce ed affinato 7 mesi in anfora): vino denominato “biointegrale”, filosofia che comporta il massimo rispetto delle viti e dei terreni (nessun diserbante, concime chimico o prodotto di sintesi, limitato uso di mezzi cingolati o di gomma sul terreno privilegiando l’uso di animali come i cavalli da tiro, concimazioni organiche e sovesci, vendemmia manuale con selezione delle uve direttamente in campo), in fase di vinificazione circa il 20% delle uve viene vendemmiato in leggero anticipo e fatto fermentare con macerazione sulle bucce, in parte in acciaio (come il resto delle uve) ed in parte in anfora, affinando poi per il 70% in acciaio “sur lie” e per il 30% in tonneaux per 5-6 mesi prima dell’assemblaggio e dell’imbottigliamento con leggera filtrazione e minima aggiunta di solfiti. Altri “Vermentino” 2016 rimarchevoli Le Prode dell’azienda Podere La Regola (Riparbella), quello bio di Campo al Coccio (Bolgheri) ed il Tuscanio Bianco di Bulichella (Suvereto), azienda certificata biologica dal 1983 di cui ho molto apprezzato anche Hide 2012 (100% Syrah) ed il Coldipietrerosse 2012 (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot). Uno dei miei bianchi italiani preferiti è il Giovin Re (100% Viognier, il nome del vino è l’anagramma del vitigno) di Michele Satta a Bolgheri, che anche stavolta raccoglie elogi per l’annata 2016, ma anche il secondo bianco aziendale, il Costa di Giulia 2016 (70 Vermentino 30 Sauvignon), mi ha intrigato così come altri bolgheresi come il Donna Olimpia 1898 del 2015, blend di Vermentino, Viognier e Petit Manseng ed il Criseo 2015 di Gaudo al Melo, complesso vino anche da invecchiamento da uve Vermentino in maggioranza, poi Fiano, Verdicchio, Incrocio Manzoni e Petit Manseng. Due parole in più per un “orange wine”, il quarto colore dei vini dopo bianchi, rosati e rossi, vale a dire l’arancione più o meno intenso, dovuto alla macerazione sulle proprie bucce di uve bianche senza interventi chimici né filtrazioni: sto parlando dell’Incontri Orange, annate 2015 e 2013, dell’omonima azienda di Suvereto (agricoltura biodinamica con produzione di vini biologici, vegani e senza solfiti aggiunti oltre quelli presenti naturalmente in fermentazione), da uve Vermentino che dopo la macerazione sono state affinate in grandi botti di rovere per 8 mesi con successiva maturazione sui lieviti in bottiglia, frutta matura e candita al naso con note agrumate e di tostatura, caldo e avvolgente in bocca dalla gustosa sapidità, “mo’ me lo segno” per un riscontro in futuro... Per finire, in breve sequenza i miei tre migliori assaggi dei vini rossi: il Renìs 2014 Syrah in purezza (azienda a Suvereto) e due bolgheresi, il Tarabuso 2014 (Cabernet Sauvignon) di Terre del Marchesato e l’immancabile Paleo Rosso, Cabernet Franc del 2014, dell’azienda Le Macchiole. "Inebriatevi senza tregua! Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro” – Charles Baudelaire. Risposte esatte del quiz della scorsa puntata: 1F3 2L3 3I2 4D1 5G3 6B3 7E1 8A1 9H3 10C3 Segnalazioni:
- L’Associazione Il Santuccio organizza un Corso di primo livello per Sommelier a partire da lunedì 5 febbraio (tutte le informazioni: http://www.ilsantuccio.it) - Sabato 27 e Domenica 28 gennaio evento enologico Wine&Siena (https://www.wineandsiena.it) |
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Febbraio 2019
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