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Il Calice di Corrado (41) - Anteprima Vini della Costa Toscana

18/5/2014

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Una bella manifestazione, giunta oramai alla 13a edizione, è quella che si è svolta tra sabato 10 e domenica 11 maggio presso il palazzo dell’ex Real Collegio nel centro di Lucca, l’Anteprima Vini della Costa Toscana, promossa dall’Associazione Grandi Cru della Costa Toscana.

Come si evince dal titolo, i protagonisti sono stati gli oltre 70 produttori delle zone di cinque province dal nord al sud della Toscana comprendenti le aree influenzate dal Mar Tirreno, da Massa fino a Lucca, Pisa, Livorno e Grosseto con il comune denominatore della vicinanza al mare, ciascuno poi con le proprie originali caratteristiche di terroir, di microclima e di storia.
Oltre 400 i vini in degustazione, quindi non solo gli ultimissimi imbottigliati ma anche le varie etichette già in produzione.

Una sala era adibita solo per gli ospiti stranieri, 14 aziende vitivinicole della Comunità Autonoma Spagnola della Galizia, una delle regioni più intriganti dal punto di vista enoico in Spagna sebbene poco conosciuta, con i cosiddetti vini del “Cammino di Santiago”.
Situata sulla punta nord-occidentale della penisola iberica, terra di grandi vini bianchi per finezza aromatica, freschezza e sapidità, vanta un ricco patrimonio di oltre 70 vitigni autoctoni ed una grande varietà di microclimi e di suoli, dalla umida e ventosa costa oceanica alle ripide montagne più interne: Ribeira Sacra (patrimonio dell’UNESCO, con le sue estreme pendenze e vecchie vigne ad alberello), Rias Baixas, Monterrei, Ribeiro, Valdeorras le zone rappresentate.

Venendo più nello specifico alle mie degustazioni, diverse conferme di vini già conosciuti:

- Grattamacco Bolgheri Vermentino 2012 della tenuta omonima, metà della vinificazione in barriques per 8 mesi, più affinamento di 6 mesi in bottiglia fanno esprimere al Vermentino tutte le sue potenzialità, in primis freschezza e sapidità che in breve si evolvono in cremosità, dolcezza, equilibrio e piacevolezza

- Giovin Re 2011 di Michele Satta-Bolgheri, Viognier in purezza dalla straordinaria ricchezza aromatica, vinificato diversi mesi in barriques prima di essere imbottigliato per altri 6 mesi senza alcuna chiarifica e filtratura

- Vento Forte 2012 della Tenuta Terre di Talamo in Magliano, Vermentino invecchiato un anno in barrique più 6 mesi in bottiglia, minerale e sapido con ottimo equilibrio tra componente alcolica e morbidezza

- Argentiera 2010, Bolgheri Superiore, taglio bordolese, 18 mesi in barrique più un anno in bottiglia, naso complesso con varie sfumature di frutti di bosco oltre a note balsamiche, ottimo per finezza, struttura e persistenza

- Arnione 2009 Bolgheri Superiore dell’azienda Campo alla Sughera

Questa manifestazione mi ha fatto però scoprire nuove realtà di territori meno conosciuti che ho avuto modo di apprezzare, ad esempio:

- vini della Fattoria Le Pupille in Maremma, il Saffredi (Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, 18 mesi in barriques e più di un anno di affinamento in bottiglia, rotondo, vellutato, bel tannino in evoluzione) e l’ottimo muffato SolAlto (vendemmia tardiva di uve Traminer, Sauvignon, Semillon, aromi di frutta candita, di pesca, albicocca e ananas che evolvono in fichi maturi e datteri, vino persistente quasi da meditazione)

- vini della Fattoria Varramista di Montopoli Valdarno, il Frasca (prevalenza Sangiovese con Merlot e Syrah, barriques separate, profumi complessi e gusto pieno, tannini gradevoli), il Varramista (Syrah con 18 mesi in barriques e 24 in bottiglia, sentori di spezie orientali, liquirizia, pepe nero, in bocca caldo ed armonico, complesso e persistente) e il Marruchetone (Petit Verdot e Grenache, legno, profumi fruttati e grande struttura)

- vini interessanti della Tenuta del Buonamico a Montecarlo in provincia di Lucca, Il Fortino (Syrah), Cercatoja (Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon) e Vasario (Pinot Bianco).


I miei appunti di degustazione non sarebbero finiti, ma la pazienza di chi legge probabilmente sì!

“Il vino è la poesia della terra” – M.S.

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Il Calice di Corrado (40) - Vinitaly 2014 (quarta e ultima parte)

11/5/2014

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Dopo una breve pausa pranzo, che poi di “pranzo” non si può parlare in quanto il sistema migliore per poter degustare più a lungo possibile senza inconvenienti è mangiare spesso cibo in porzioni ridotte per assorbire al meglio l’alcool, nel primo pomeriggio ho partecipato ad un lungo ed interessantissimo seminario dal titolo “I più grandi Riesling tedeschi: Grosse Lage”, tenuto da Gian Luca Mazzella.

I Riesling tedeschi sono una tipologia di vini ancora poco conosciuti in Italia, il che è un gran peccato, sia per la loro alta qualità, sia per i costi tutto sommato ragionevoli, se non andiamo a cercare le assolute eccellenze.

Il Riesling, vitigno originario della Germania pur essendo ormai un vitigno “internazionale”, dà il meglio di sé nei climi freddi e con buona esposizione al sole, che permettono una maturazione lenta delle uve tale da produrre vini con varie tipologie di residui zuccherini, capolavori di equilibrio con alti livelli di acidità e gradazioni alcoliche contenute, spesso accompagnati da una spinta mineralità: tutto questo permette di avere vini straordinari con un notevole potenziale di invecchiamento, capaci anche di sopportare lunghi tempi di affinamento in bottiglia.

Da poco la VDP (Verband Deutscher Prädikatsweingüter), associazione centenaria che riunisce i migliori produttori vinicoli della Germania (circa 200), ha ultimato la nuova classificazione dei vini tedeschi la quale, pur rispettando le categorie di concentrazione zuccherina nel mosto, classifica i vini secondo un preciso livello di qualità delle vigne da cui provengono, ispirandosi da un lato al sistema francese della AOC (specie quella della Borgogna) e dall’altro lato alle mappe di classificazione dei vigneti tedeschi fatte già alla metà dell'Ottocento, cristallizzazione di suddivisioni che esistevano da secoli.

Quindi d’ora in avanti in Germania si avranno, in ordine d'importanza qualitativa: Grosse Lage , Erste Lage, Ortswein e Gutswein, quello che in Francia si direbbe Grand Cru, Premier Cru, Village e Appellation Régional.

Il precedente metodo di classificazione, nella categoria di più alta qualità (Prädikatsweine), prendeva in considerazione invece solo il crescente residuo zuccherino, dai più secchi ai più dolci: Trocken (da 4 a 9 grammi per litro di zucchero residuo), Kabinett (fino a 60 gr/l), Spatlese (fino a 80 gr/l), Auslese (fino a 100 gr/l), Beerenauslese (fino a 200 gr/l), Trockenbeerenauslese (fino a 270 gr/l) ed infine un vino particolare, l’Eiswein, “vino dal ghiaccio”, prodotto durante le prime gelate invernali da acini congelati, con residuo zuccherino paragonabile ai Beerenauslese.

Degustati ben 12 Riesling, di varie annate e di varie zone della Germania, Mosel (Mosella), Rheingau (Renania), Nahe, Rheinhessen, Pfalz (Palatinato), ci vorrebbe una puntata apposita per parlarne, sintetizzando posso dire che vale davvero la pena approfittare di tutte le occasioni possibili per avvicinarsi al mondo dei Riesling, una volta entrati, il desiderio di conoscere sempre più in profondità questi vini aumenta a dismisura!

Infine, nel poco tempo ancora rimasto prima dell’ora fissata per il ritorno a Firenze, dopo un breve saluto all’amico Emiliano dell’azienda Colonnara con assaggi di un fantastico Cuprese del 1991 (cfr. puntata 19 del blog) e di quello che, ad oggi, è il mio spumante italiano preferito, il Brut Metodo Classico Riserva Ubaldo Rosi, abbiamo terminato in bellezza con la degustazione di vari passiti.

Segnalo in primis quelli prodotti con le uve valdostane Prié Blanc, il Chaudelune dell’azienda Cave du vin blanc de Morgex et de la Salle ed il Ninive dell’azienda Pavese, entrambi vinificati con tecniche particolari ed infine due classici siciliani (dall’Alpi all’Etna, traslando un noto componimento…), l’intramontabile Ben Ryé di Donnafugata, Passito di Pantelleria DOP da uve Zibibbo (Moscato d'Alessandria) ed il seducente Tagòs, da uve Grillo vendemmia tardiva, degustato in compagnia di Stefano Caruso dell’omonima azienda Caruso&Minini e, udite udite, di Emanuele [i frequentatori di Piazza del Vino avranno ben capito di chi sto parlando..], che abbiamo casualmente incontrato proprio a questo stand!

“Una donna e un bicchiere di vino soddisfano ogni bisogno, chi non beve e non bacia è peggio che morto” W.G.


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